È stato pubblicato il mio primo libro fotografico!

22 Maggio 2008

Il mio primo libro fotografico, Glimpses, è appena stato pubblicato ed è disponibile per la vendita.
È stampato su richiesta su carta fotografica di alta qualità (“bookstore quality”) ed è disponibile in tre versioni: copertina morbida, copertina rigida con sovraccoperta e copertina rigida stampata. Il libro contiene oltre 100 mie immagini.
Sul sito è disponibile un’anteprima di una decina di pagine. Dategli un’occhiata, passate parola e se vi interessa… sapete cosa fare. 😉

Per informazioni, cliccate qui!


Criptica, criptica blogosfera

19 gennaio 2007

Non capisco che senso abbia avere dei blog “personali” in cui si parlano di cose senza che nessuno capisca niente. Se vuoi dire la tua dilla, se vuoi postare dei log pòstali, ma blaterare a caso in maniera incomprensibile mi pare francamente inutile. Che si tenessero dei diarî su carta o in un file sui loro computer, tanto nessuno ci capisce niente!

Va bene, uno magari tiene un diario online e lo tiene pubblico perché è esibizionista o perché lancia messaggi, e questo ha pure un suo senso. Ma perché tanta gente ha blog criptici, che non hanno capo né coda, in cui i post sembrano tanto profondi ma poi, scava scava, è solo una voglia insulsa di scrivere e farsi i fighi senza esserne capaci?
Il semplice fatto di avere la possibilità di scrivere non significa saperlo fare: il fatto che so cambiare una spina a un elettrodomestico, costruirmi una prolunga o progettare un piccolo circuito che fa lampeggiare un LED in base alla musica che esce da uno stereo (ok non lo so fare ancora ma ci sto lavorando) non fa di me un elettrotecnico.

Direi che la palma d’oro se la spartiscono i blog delle quattordicenni depresse — quelle che arrivano a firmarsi con cose tipo “Insicura ’92” — e questi neoinchiostratori da strapazzo, novelli ermetisti incapaci scrivono, scrivono, scrivono e alla fine non hanno detto niente.
La cosa paradossale è che quelli che rispondono con i commenti fanno finta di capire e di compatire, spinti da una ipotetica quanto ipocrita empatia.

È come la “neotopografia”, Visnù ce ne scampi (Visnù è la divinità del giorno): un movimento artistico-fotografico con un manifesto a dir poco delirante. Immagini “urbane” possono essere artistiche, non lo metto in dubbio e ne ho create anch’io, ma mitizzarle mi pare quanto meno eccessivo, perché si corre il rischio concreto che chiunque prenda una macchina fotografica e si metta a fotografare discariche spacciandole per opere d’arte senza nemmeno darsi un minimo da fare.

A voler creare a tutti i costi senza mai pensare di sbagliare si arriva al punto che cose oggettivamente brutte vengano considerate belle perché gli altri le considerano belle perché gli altri le considerano belle perché gli altri le consid… all’infinito.

Speriamo sia una bolla che scoppi presto: per i diarî segreti incomprensibili c’è la cartoleria, non la blogosfera.


Aggiornamenti sparsi

9 novembre 2006

Mentre i miei denti, in particolare l’ottavo inferiore sinistro (dal mio punto di vista, destro per la mia dentista), si diverte a farmi stare come avevo felicemente dimenticato che si potesse stare, mi godo il mio iMac che tra pochi giorni compirà un mese.
Mi appassiono al video in alta definizione, faccio astrusi progetti di diventare un regista di cortometraggi (tutta una scusa per giustificare il mio interesse, puramente teorico, nelle macchine da presa HD), scrivo un sistema di gestione centralizzata di bookmark basata sui tag (lo so che c’è del.icio.us ma mi piace reinventare la ruota, e poi non è proprio uguale) e medito sulla fine del mondo. Ma sì, insomma, diciamocelo, non si sa mai.
Anche la società segr^H^H^H^HESCdd:q!

Amo la voce di Sarah Brightman, ma proprio tanto. La amo un po’ meno quando canta in italiano perché, come si dice, “nzi po sindì” (non si può sentire), ma nessuno è perfetto, dicono.
E così mentre le giornate si accorciano e la mia gloriosissima A70 ha serî problemi visivi, nel senso che il sensore è passato a miglior vita, e cerco nei negozi una A540 che non costi come un quarto di una 400D, c’è Johnny Cash che cita i Nine Inch Nails (ma dov’è andato a finire il mondo?) e c’è Saddam che viene condannato a morte, mentre l’Iraq cade sempre più in una guerra civile. I Guns’n’Roses si chiedevano cosa ci fosse di tanto civile in una guerra, cadendo in una retorica di fiele.

Le giornate si accorciano, le temperature restano alte, Art Bell e Whitley Streiber se la rideranno quando finiremo come i mammuth (ci avete mai pensato che i cambiamenti climatici possono essere davvero repentini? Un animale morto congelato con il cibo in bocca è evidentemente colto di sorpresa, altrimenti invece di ingozzarsi scapperebbe…), mentre gli Inuit si preparano ad allargare il loro vocabolario per definire i vari tipi di neve (lo so che è una leggenda metropolitana, ma da linguista sghignazzo pensando alla tesi di Sapir-Whorf) e sul mio nuovo tappetino per il topo c’è un orso bianco spaparanzato pancia all’aria con due suoi simili che si guardano intorno svogliatamente.

Sorrido guardando che la maggior parte dei visitatori di questo blog arrivano da Google, ma che il secondo sito in termini di riferimenti è quello dell’UAAR, e continuo a essere tranquillo del fatto che l’evoluzione farà in modo che i creazionisti si estingueranno.

Faccio telefonate intercontinentali usando il mio telefono di casa senza spendere un solo centesimo (interessante quest’internet, o come lo chiamano) e leggo un interessante saggio di storia medievale. Nel frattempo mi immergo in strani mondi fatti di curiose creature e porgo una domanda ricorrente al mio amico Alessandro/DarkSin.

Sorrido a una sconosciuta sull’autobus mentre mi rendo conto che ho sbagliato fermata (si chiamano “splendidi occhi”, si chiamano) e sospiro. Ogni tanto anche lei mi guardava e io facevo di finta di non accorgermene; prima di scendere le dico “ciao”, e il suo sguardo stupito mi dipinge un’espressione di serenità in viso, anche se non so nemmeno se ci rivedremo mai. Ma va bene così.

Tra le altre cose, mentre programmo per altra gente con la speranza di essere pagato (prima o poi troverò qualcuno che mi pagherà per farlo, no?), porto avanti il mio progetto di bonifica del mondo italofono dalla piaga delle k, delle abbreviazioni estreme e senza senso, e così via. Il progetto si chiama NoKappa, e dovreste partecipare tutti.

Insomma, questo è tutto.
Vi saluto…

(Se qualcuno capisce la riga che contiene la parola “società” vince un premio perché è un vero geek.)


Guadagnerò un milione di dollari all’anno

25 agosto 2006

Ho capito una cosa “grazie” a una amica (ormai ex amica, a questo punto) d’oltreoceano: chi mette il lavoro – e in particolar modo la carriera – al primo posto, prima o poi comincia a dare segni di squilibrio mentale e a credersi superiore di tutti gli altri.
Evidentemente ognuno ha le sue priorità, ma sputare in faccia a chi ti è stato vicino quando eri a pezzi non ti rende molto superiore, anzi. E non è nemmeno l’unica persona a fare così…


Immagini del passato

21 agosto 2006

Sono giorni che cerco un file, un singolo maledetto file, su tutti i miei vecchi backup. È un file di quando ero diverso da ora, sia fuori sia dentro, di quando invece di ventidue anni ne avevo quattordici o quindici. È un file che mi ritrae, in movimento, ripreso dalla mia webcam, la stessa webcam che poi mandai a una persona con cui ho ancora un rapporto di amicizia, anche se è un’amicizia inevitabilmente diversa.

E così, di cd in cd, di backup in backup, ho ritrovato pezzi del mio passato. Ho ritrovato le foto del Futurshow e dello SMAU del 2001, con l’Orda delle Badlands; ho ritrovato le foto fatte con la telecamera che ho tuttora, di quando scattare le foto in digitale sembrava una cosa quasi esoterica; ho ritrovato le foto di e con Francesca, e finalmente – come mi disse qualcuno ormai cinque anni fa – guardandole ho sorriso.

Ho trovato anche dei videoclip, anche se non quello che cercavo io. Ho visto un Daniele più giovane di cinque o sei anni suonare sulla Gem WK4 (come correvano le mie mani per far cambiare gli arrangiamenti in tempo reale!), ho visto uno Stefano Tartaglia suonare “Knockin’ on Heaven’s doors” in camera mia dopo aver faticosamente infilato il microfono del Canta Tu in una chitarra acustica.
L’ho anche sentito dire cavolate insieme a Marco Di Silvio, ma a quelle sono abituato: le nostre gesta nelle registrazioni della serie “Miscellanea” sono a dir poco epiche, per non parlare dei contenuti speciali e nascosti contenuti nelle stesse. Ah, i bei tempi in cui bastava aggiungere una traccia dati a un cd audio per sentirsi geniali.

Ho rivisto i miei cugini com’erano anni fa, i miei familiari com’erano anni fa, i miei compagni di classe com’erano anni fa.
Ho persino trovato delle foto vecchie di anni di alcuni amici (anche giornalisti, gente che oggi può fregiarsi del titolo di “professionista”), robe di cui adesso forse si vergognerebbero.
Ho trovato delle immagini di persone con cui ho ricominciato a parlare recentemente, persone che adoravo e a cui sono affezionatissimo nonostante anni di silenzio. Ho riletto vecchie lettere, stralci di log, vecchi file su cose che i miei amici-colleghi conoscono ma che è meglio non nominare qui.

Eppure trovarmi di fronte tutto questo non mi ha fatto male, anzi l’ho lasciato scivolare su di me come ho fatto per le foto di Francesca: con un sorriso, e con la placida accettazione che il tempo, in fin dei conti, non è controllabile.

E così, anche se quel file che cercavo non l’ho trovato e resto con il terrore che fosse sull’unico disco illeggibile, ho rivisto il mio passato e ne ho sorriso.

Forse quel momento sta arrivando…


Saggezza popolare

4 agosto 2006

La lancetta corta alla lancetta lunga: “Corri, corri… tanto a mezzogiorno ci arriviamo insieme.”


Amicizia

8 Maggio 2006

Alla fermata dell’autobus ho parlato con una ragazza che abita da qualche parte vicino a casa mia, è una studentessa fuori sede. So che studia fisioterapia e che le zanzare non la prendono di mira. L’ha detto lei. Le interessa la cultura. L’ho capito io, quando mi ha chiesto che roba è il Maggio Teatino e quando le ho parlato della Settimana Mozartiana.
Tornando a piedi ho fatto il giro lungo e sono andato a prendermi due pezzi di pizza alla Ragnatela. Sono passato lungo via Papa Giovanni e sono risalito per quella stradina che dà su Via Sciucchi. Pensavo al fatto che se non mi faccio sentire io non si fa sentire nessuno dei miei “amici”.
Proprio davanti a Via Sciucchi ho incrociato Domenico in macchina insieme a un suo amico. Ho letteralmente rischiato di farmi investire attraversando la strada, e ho parlato un po’ con lui. Mi ha chiesto se avessi preso il pianoforte che eravamo andati a vedere insieme all’inizio di dicembre. Mi ha chiesto quando torniamo a Di Leonardo. Gli ho ricordato che dobbiamo anche andare a scattare foto insieme da circa tre anni. Gli ho detto che la macchina fotografica posso prestargliela io, a casa mia se c’è una cosa che non manca è l’attrezzatura fotografica.
Scendendo a casa ho pensato alla mia classe. Dovevamo riunirci almeno una volta all’anno e restare in contatto. Non ci sentiamo già più. All’unica vera cena che è stata fatta, appena un anno dopo il diploma, già mancavano dei pezzi.
C’è chi lavora, chi studia fuori, chi si è trasferito per altri motivi. C’è anche chi ha avuto un figlio.
Gli imprevisti rendono difficile restare in contatto. Ma forse di restare in contatto manca la volontà.
È fastidioso, però, che ci si senta solo quando serve qualcosa. Lo faccio anche io, ormai, perché non ricevo feedback quando cerco qualcuno “tanto per”. E allora chiamo Tizio perché sto facendo un ordine di dvd vuoti dalla Germania e magari possiamo dividere la spedizione. O mando un messaggio a Caio perché vorrei un parere su qualcosa. E Sempronio mi chiama quando ha un problema con il computer, o cose così.
Succede con tutti, comunque, non solo con gli ex compagni di scuola. Succede anche con persone che hai conosciuto altrove.
Ma è fastidioso. È molto fastidioso. Io cerco le persone per un po’, poi mi stufo perché non ne vale la pena.
Perché devo essere sempre io quello che cerca di tenere in vita un rapporto d’amicizia? Sono disposto a fare il primo passo, ma se tu non mi vieni incontro io smetto di interessarmi. È inutile. È uno spreco di energie.
Se siamo amici, perdio, dimostramelo. Fatti sentire ogni tanto. Mandami un messaggio e dimmi “tordo, che stai a fa’?”. Fammi un colpo di telefono e dimmi “vogliamo anda’ a megalò oggi?”. O sfogati se qualcosa non va, io t’ascolto.
Ma teniamo in vita l’amicizia, che è come un fiore che va innaffiato giorno per giorno. Se ti dimentichi di bagnarlo lo fai seccare. E se poi cerchi di recuperare lo anneghi.


Informazioni di servizio

10 aprile 2006

Vi comunico la nascita del mio fotoblog, Zeropixel.it (slogan: “Il mondo a bassa risoluzione”), con tanto di feed RSS per chi ne vuole approfittare.
Colgo l’occasione per far notare anche che il mio portfolio fotografico, Nicolucci.net, è da qualche giorno raggiungibile anche attraverso Nicolucci.Eu.


Meditazione surround

27 febbraio 2006

In una stanza non troppo grande. Al buio. Riscaldata da un condizionatore. Illuminata lievemente soltanto da un lampione a luce bianca. Con una musica dolciastra e nostalgica – “Collapse the Light into Earth” dei Porcupine Tree – in alta definizione che ti avvolge in surround da cinque casse più una.
Tu che chiudi gli occhi e lasci che il pianoforte e gli archi penetrino dentro di te, mentre nel buio più completo i ricordi e i pensieri scivolano uno dopo l’altro nella tua mente, accompagnati dalle vibrazioni della tua faringe mentre mormori un mantra in armonia con la musica.
Poi la musica finisce, tiri fuori il dvd-audio, spegni l’impianto. Esci dalla stanza e il corridoio è freddo. Esci fuori e l’aria è ancora più fredda. Una folata di vento ti graffia la faccia. In cielo nuvole rese rossastre dalle luci di una città che sembra lontanissima. Nessun rumore di automobili intorno alla campagna davanti a te. Solo tu, avvolto da un’umidità che ti si annida nell’anima, raggiunto dal soffio gelido del vento che ti ricorda che sei vulnerabile.
Come se avessi bisogno di una conferma.